Il dibattito nell’assemblea del 9 aprile.
Mercoledì 9 aprile, presso la sala del teatro di via Alpi Apuane, si è tenuta l’assemblea promossa dal nostro comitato per affrontare seriamente il problema della movida a Città Giardino.
L’assemblea è stata molto partecipata e costruttiva.
È stato rilevato come negli anni, nonostante le segnalazioni dei cittadini, la situazione sia sempre peggiorata.
La convinzione comune è che sia giunto il momento di passare a una protesta decisa a supporto di proposte concrete, per evitare che le istituzioni si rifugino ancora in promesse o provvedimenti di facciata.
È stata presentata la bozza delle proposte del comitato.
La movida – come abbiamo evidenziato – è un fenomeno socioeconomico complesso, che richiede un insieme di misure coordinate, sull’esempio delle migliori esperienze italiane estere.
Si è deciso però di partire da un pacchetto di proposte essenziale, relativo alle misure più urgenti.
Si è quindi aperto il dibattito.
Stefania ha sottolineato come il problema non sia solo del quadrante Menenio Agrippa-Gargano-Cimone, ma giunga fino ai confini del quartiere (ad esempio via Levanna): i residenti devono fare fronte comune.
Emanuele ha invitato tutti i presenti a partecipare al Tavolo della Movida di lunedì 14, per far sentire al Municipio il disagio dei cittadini e avanzare già le prime proposte.
Luigi concorda sul fatto che serve una protesta decisa, ma che non deve essere fine a se stessa: sarebbe sterile, se non fosse supportata da richieste precise.
Giovanni ha chiesto ai presenti che ne pensino dell’idea di una Ztl.
L’opinione prevalente è che presenti numerosi inconvenienti: il costo (sarebbe una nuova tassa per i residenti), l’impossibilità di ricevere ospiti o familiari che possano assistere gli anziani, il rischio che non sia rispettata (in assenza di controlli) o che incoraggi la movida (creando una sorta di isola pedonale per gli avventori dei locali), il peso di auto in cerca di parcheggio che verrebbe a gravare sul quadrante Adriatico-Carnaro: i residenti di tutto il quartiere devono essere uniti. Potrebbe essere una proposta da esaminare in una fase successiva, se le altre risultassero insufficienti.
Roberta ha evidenziato il problema della carenza di posti auto anche per il proliferare di osp.
Alessandra ha ricordato i rischi del nuovo piano mobilità: perdita di ulteriori posti auto, p.zza Adriatico nuova piazza della movida. Ha suggerito di responsabilizzare gli esercenti dei locali nella gestione della sicurezza.
Lorenza ha segnalato il pericolo della viabilità a via Picco dei Tre Signori, in cui le auto corrono di più da quando la strada è stata resa a senso unico con la nuova Zona 30.
Cristiana ha rimarcato che l’imbuto che si crea a piazza Brioni costituisce un grave pericolo per la sicurezza di tutto il quadrante, perché impedisce il passaggio dei mezzi di soccorso.
Maurizio ha ricordato come di recente, per questo motivo, i Vigili del Fuoco abbiano dovuto fare un intervento giungendo a piedi, perché il loro mezzo era bloccato.
Altri interventi si sono soffermati sulle singole proposte, di cui è stato condiviso l’impianto complessivo.
Al termine della lunga assemblea, il presidente del comitato si è impegnato a diffondere la versione finale delle proposte, che cercherà di recepire quanto emerso nel dibattitto.
I presenti hanno infine convenuto di sostenere queste proposte con un’iniziativa di protesta forte, che sarà al più presto definita.
Ecco dunque le
MISURE URGENTI SULLA MOVIDA PER MONTE SACRO – CITTÀ GIARDINO
(Sottolineiamo che questo pacchetto non è una sorta di “menu”, all’interno del quale scegliere alcune misure per dare ai cittadini un “segnale” di buona volontà… Le misure elencate sono già il frutto di una selezione tra tante altre che sarebbero pure necessarie: sono le più urgenti, tutte perfettamente realizzabili – anzi, le meno complesse da realizzare, dato che non modificano il quadro normativo, ma si limitano in larga parte a estendere al nostro quartiere tutele già previste per altri quartieri di Roma con situazioni assimilabili o addirittura meno degradate…. basta con le scuse del “non si può fare”! – e sono tutte ugualmente necessarie, perché “più controlli” sono indispensabili, ma non bastano a recuperare un degrado ormai strutturale)
- PIU’ CONTROLLI, TELECAMERE, CHIUSURA NOTTURNA DEI PARCHI, PRESÌDI DELLE FORZE DELL’ORDINE (E PIU’ FONDI PER GARANTIRLI)
- BLOCCO IMMEDIATO DEL RILASCIO DI NUOVE AUTORIZZAZIONI e regolamentazione più rigorosa per i locali della movida.
(Città Giardino nella D.C.C. 35/2010) - TUTELA DEL TESSUTO COMMERCIALE E ARTIGIANALE
(estensione a Città Giardino della disciplina prevista per l’area Unesco dalla D.A.C. 109/2023) - SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO URBANISTICO E DEI VILLINI
(vincolo di tutela urbanistica ai villini storici; riclassificazione come “tessuto T5” di tutte le aree dove insistono i villini) - LIMITAZIONE DEGLI ORARI DI VENDITA E CONSUMO DEGLI ALCOLICI
(ricomprendere tutta Città Giardino nell’allegato A della D.A.C. 43/2019) - SPAZI DI SOSTA SERALE RISERVATI AI RESIDENTI (STRISCE GIALLE)
- REGOLAZIONE DELLE OCCUPAZIONI DI SUOLO PUBBLICO (DEHORS, GAZEBO, TAVOLINI)
(applicazione della norma del Regolamento per la disciplina delle occupazioni di suolo pubblico che consente la riduzione del 25% – rispetto al nuovo tetto massimo – della superficie delle OSP nel Municipio.
NO ad ampliamento di marciapiedi per fare spazio alle OSP e a a p.le Adriatico nuova piazza della movida) - NO ALLA CANCELLAZIONE DI POSTI AUTO
(NO al nuovo piano di mobilità nel quadrante p.zza M. Baldo-v.le Adriatico-v.le Carnaro che elimina 160 posti)
Di seguito il dettaglio delle misure:
- PIU’ CONTROLLI, TELECAMERE, CHIUSURA NOTTURNA DEI PARCHI, PRESÌDI DELLE FORZE DELL’ORDINE (E PIU’ FONDI PER GARANTIRLI)
Le regole esistenti (su ordine pubblico, attività commerciali, mobilità) si sono dimostrate inadeguate a garantire la sicurezza e vivibilità del quartiere. Da un lato, perché sono insufficienti ad affrontare la particolare situazione che si è creata Città Giardino (per questo chiediamo nuove misure, come quelle proposte di seguito) e sono spesso prive di sanzioni efficaci. Ma anche perché non vengono fatte rispettare, con la scusa che “non ci sono soldi per i controlli” (anche se quella che manca è soprattutto la volontà politica).
Ebbene, servono controlli costanti – con “pattuglioni” interforze, anche nelle ore serali e notturne – necessarî al rispetto tanto delle misure esistenti quanto di quelle da adottare per la regolamentazione della movida (e, più in generale, per l’attuazione del Regolamento di Polizia Urbana e dei regolamenti che disciplinano l’esercizio delle attività commerciali).
Per le attività commerciali, in particolare, controlli su: divieti di somministrare alcol ai minori, limiti alle emissioni di rumore dentro e in prossimità dei locali, orarî di apertura e di somministrazione, rispetto delle regole igienico-sanitarie, accessibilità ai servizi igienici, divieto d’uso di fuochi d’artificio abusivi, smaltimento differenziato dei rifiuti, regolarità autorizzazioni, occupazioni di suolo pubblico, schiamazzi degli avventori, eventi che impattano sull’ordine pubblico.
Per gli avventori dei locali (o per i malintenzionati che si aggregano), controlli su: spaccio di stupefacenti, comportamenti violenti, molestie verso le donne, infrazioni delle norme sul consumo di alcol, imbrattamento di edifici e strade, atti di vandalismo, emissioni sonore eccessive (clacson, autoradio, schiamazzi), sosta vietata (anche con pattuglie dotate di telecamere mobili “Cerbero”), intralcio alla circolazione (i colli di bottiglia che si creano la sera bloccano anche i mezzi di soccorso).
Servono inoltre nuovi interventi di tutela del territorio: telecamere (nelle vie della movida e nei parchi, terreno di spaccio anche di giorno), chiusura notturna dei parchi (che la notte diventano terra di nessuno, luoghi di aggressioni e vandalismo), presìdi delle Forze dell’ordine.
A tal fine, sono necessarî stanziamenti specifici nei bilanci di Comune e Municipio. - BLOCCO IMMEDIATO DEL RILASCIO DI NUOVE AUTORIZZAZIONI e regolamentazione più rigorosa per i locali della movida.
A Città Giardino si è ormai raggiunta una saturazione di locali, che rendono il quartiere invivibile di sera e di notte: numero eccessivo di avventori (con la conseguente impossibilità dei controlli); riposo negato; invasione di automobili, con mancanza di parcheggi; contesto di sospensione della legalità, con esplosioni di violenza, traffico di stupefacenti, ecc. Ma anche di giorno: desertificazione delle altre attività commerciali e sociali, occupazioni di suolo pubblico incontrollate, sporcizia, strutture vandalizzate.
Questo degrado può ancora peggiorare, con l’ulteriore crescita del numero di locali della movida. Per cui dev’essere arrestato subito, bloccando – come già accade in altri quartieri – la possibilità di ottenere nuove autorizzazioni e uniformando la regolamentazione dei locali attivi a quella prevista per le zone a maggiore intensità di movida. Ogni giorno perso per l’approvazione del blocco è un colpo mortale inferto al quartiere.
A tal fine, nel Regolamento di Roma Capitale per l’esercizio delle attività di somministrazione di alimenti e bevande (D.C.C. 35/2010), il quartiere di Monte Sacro – Città Giardino (Zona urbanistica 4A) deve essere ricompreso tra le aree individuate come “Zone A” nell’art. 10 comma I e nell’allegato schema 1, nonché tra gli “Ambiti territoriali di tutela” nell’art. 10 comma IV e nell’art. 11.
Nello stesso Regolamento, piazza Sempione, corso Sempione, piazza Monte Baldo, via Gargano, via Maiella, piazza Menenio Agrippa, viale Gottardo e via Cimone devono essere inseriti tra le vie e piazze oggetto di particolare tutela ai sensi dell’art. 11 comma II.
Tali inclusioni sono state approvate all’unanimità dal Consiglio del III Municipio, con odg n. 39 del 14-7-2022, e dall’Assemblea capitolina, con mozione n. 8 del 12-1-2023. Manca solo – anche se ormai da troppo tempo… – la proposta della Giunta comunale di modifica della Deliberazione 35/2010. Iniziativa che, a dire il vero, poteva venire anche direttamente dall’Assemblea, senza passare per una semplice mozione: il rimpallo è ormai imbarazzante…).
Inoltre, sempre per impedire nuove aperture e tutelare il tessuto urbanistico, gli enti pubblici proprietarî di locali commerciali devono approvare una linea di indirizzo per il divieto di affittare i locali stessi per nuove attività di somministrazione (ad esempio i locali ATER di Monte Sacro – Città Giardino, in particolare piazza Sempione e corso Sempione). - TUTELA DEL TESSUTO COMMERCIALE E ARTIGIANALE
È necessario tutelare la ricchezza del tessuto commerciale e artigianale di servizio alla cittadinanza a Città Giardino, che è un quartiere della “Città storica”.
A tal fine, bisogna estendere a Monte Sacro – Città Giardino (Zona urbanistica 4A) la disciplina prevista per l’area Unesco dal Regolamento di Roma Capitale per l’esercizio delle attività commerciali ed artigianali nel territorio della Città Storica (D.A.C. 109/2023), a partire dall’inserimento di Monte Sacro tra le zone individuate dall’Allegato 2, cui si applicano le norme transitorie dell’art. 16 della delibera. - SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO URBANISTICO E DEI VILLINI
La “Città Giardino” progettata da Giovannoni 100 anni fa è a rischio di speculazione edilizia (abbattimento dei villini storici e sostituzione con edifici moderni) a causa delle recenti norme di “rigenerazione urbana” e delle nuove “Norme tecniche di attuazione” del PRG in corso di approvazione.
Per preservare Monte Sacro – Città Giardino, bisogna porre il vincolo di tutela urbanistica ai singoli villini storici, come è già stato fatto per quelli del I e II Municipio. Inoltre, anche per garantire una più forte tutela socioeconomica del quartiere e una maggiore prevenzione della movida, bisogna riclassificare come “tessuto T5” – correggendo l’attuale errore di classificazione – tutte le aree del quartiere (Zona urbanistica 4A) dove insistono tali villini (nell’all. 2.03 “Sistemi e regole”, foglio 11-III, al PRG): le nuove delibere comunali, infatti, differenziano le tutele – anche per le attività commerciali – in base ai tessuti urbanistici. - LIMITAZIONE DEGLI ORARI DI VENDITA E CONSUMO DEGLI ALCOLICI
Il grande numero di avventori dei locali rende già difficile il controllo dell’ordine pubblico. Quando cresce il consumo di alcol, la situazione spesso degenera.
Per preservare la sicurezza e la legalità, è necessario definire in tutta la città orarî più stringenti per l’apertura dei locali di somministrazione, nonché per la vendita, somministrazione e consumo delle bevande alcoliche. Ma già adesso è possibile applicare a tutta Città Giardino alcuni dei limiti previsti nei regolamenti comunali.
In particolare, nel Regolamento di Polizia Urbana di Roma Capitale (D.A.C. 43/2019), tutto il quartiere di Monte Sacro – Città Giardino (non solo alcune strade, ma l’intera Zona urbanistica 4A) deve essere ricompreso nell’ “Elenco strade movida” di cui all’allegato A. - SPAZI DI SOSTA SERALE RISERVATI AI RESIDENTI (STRISCE GIALLE)
L’invasione delle automobili degli avventori dei locali della movida non consente agli abitanti di uscire di casa nelle ore serali, perché al ritorno non saprebbero più dove lasciare la macchina. Questa impossibilità colpisce soprattutto la fascia economicamente più debole, che non dispone di autorimessa privata (ma anche chi ne dispone trova sempre più spesso i passi carrabili ostruiti). È un problema che si sta estendendo a macchia d’olio a tutta Città Giardino, compreso il quadrante v.le Adriatico-v.le Carnaro.
Per affrontare il problema, bisogna individuare Monte Sacro – Città Giardino (Zona urbanistica 4A) quale “zona di particolare rilevanza urbanistica” (art. 7 commi VIII e IX del d.lgs. n. 285/1992), ai fini dell’istituzione di spazi di sosta serale (dalle h 18,00 alle h 2,00) gratuiti riservati ai residenti e agli operatori commerciali della zona (strisce gialle: art. 7 comma XI del d.lgs. n. 285/1992; art. 149, comma III, lett. c) del d.P.R. 495/1992), come avviene già nelle maggiori città italiane. Tali spazi di sosta devono coprire le esigenze di tutti i residenti, e quindi essere pari ad almeno il 50% dei posti auto disponibili e, nel resto del quartiere, strisce blu serali e strisce bianche.
Delle misure che proponiamo è l’unica non ancora in vigore a Roma, ma è già adottata nelle maggiori città italiane. - REGOLAZIONE DELLE OCCUPAZIONI DI SUOLO PUBBLICO (DEHORS, GAZEBO, TAVOLINI)
A Città Giardino, dopo il Covid, la superficie delle Osp è aumentata di circa dieci volte… Un conto è il piacere di fare una consumazione all’aperto; ben altro è l’invasione che soffoca il quartiere, comportando un’amplificazione della movida (le Osp sono attrattori di clientela, che staziona all’aperto), lo stravolgimento del paesaggio urbano, la perdita di posti auto, la creazione di barriere architettoniche per pedoni, disabili, passeggini.
Per contenere il fenomeno, bisognerebbe estendere a Monte Sacro – Città Giardino la disciplina prevista per l’area Unesco dal nuovo di Regolamento per la disciplina delle occupazioni di suolo pubblico delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, anche con l’equiparazione del canone concessorio. Operazione difficile nell’immediato, perché il regolamento è appena stato approvato… Ma già adesso il Consiglio municipale può e deve applicare in senso restrittivo, per Monte Sacro – Città Giardino (Zona urbanistica 4A), l’art. 10 comma 11 del Regolamento per la disciplina delle occupazioni di suolo pubblico delle attività di somministrazione di alimenti e bevande, prevedendo la riduzione del 25% della superficie di suolo pubblico che può essere concessa rispetto al limite generale dei 2/3 della superficie interna fissato per la Città storica.
Inoltre, NO a modifiche urbanistiche (ampliamento di marciapiedi, aree pedonali, parcheggi a spina, ecc.) che, con la scusa di “dare più spazio ai pedoni”, mirano solo a creare spazi per nuove OSP.
NO al nuovo piano di mobilità nel quadrante p.zza M. Baldo-v.le Adriatico-v.le Carnaro che vorrebbe trasformare p.le Adriatico in una nuova piazza della movida. - NO ALLA CANCELLAZIONE DI POSTI AUTO
La vivibilità di un quartiere dipende anche dal rispetto del diritto essenziale dei residenti alla mobilità personale, connesso al diritto all’abitare, che dipende anche dalla possibilità di spostamenti in automobile. Soprattutto in una città con un trasporto pubblico inefficiente; e in un quartiere che ha subìto la trasformazione inversa a quella di cui i politici si riempiono la bocca: da “città dei 15 minuti”, con tutti i servizi, è diventato quartiere di monofruizione della movida, costringendo i residenti ad aumentare gli spostamenti esterni.
Ebbene, un conto è incentivare un uso più responsabile dell’automobile. Ma è inaccettabile costringere a rinunciare persino al possesso dell’automobile, eliminando i posti auto in un quartiere dove già scarseggiano. Negli ultimi anni se ne sono già persi 100. Si vuole giungere, come in Centro, all’espulsione dei residenti dal quartiere, per farne un divertimentificio?
Diciamo quindi NO a progetti urbanistici o di mobilità ingannevoli, che dietro slogan di facciata – quartieri “più sicuri” o “a misura d’uomo” – nascondono l’obiettivo di costringere i residenti a rinunciare all’automobile.
NO al nuovo piano di mobilità nel quadrante p.zza M. Baldo-v.le Adriatico-v.le Carnaro che vorrebbe eliminare a Città Giardino altri 160 posti auto.
L’attuazione di tali tutele rientra nella competenza di Comune e Municipio. Anche per i provvedimenti di competenza comunale chiamiamo in causa la responsabilità dei rappresentanti municipali: perché possono predisporre direttamente le proposte di deliberazione comunale, giuridicamente e politicamente più stringenti di ordini del giorno, risoluzioni, mozioni; e perché hanno la possibilità di assumere posizioni pubbliche forti, insistenti e politicamente impegnative per i loro partiti e gli organi cittadini.