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Che cosa (non) si fa per la prevenzione degli incendi vicino alle nostre case?

Si susseguono gli incendi nella Riserva naturale della Valle dell’Aniene. Abbiamo sollecitato chiarimenti sulle misure adottate.

Abbiamo scritto, con l’associazione “Insieme per l’Aniene APS”, all’ente RomaNatura e agli Uffici competenti di Regione, Comune e Municipio per avere riscontro sulla tipologia e lo stato di efficienza delle misure di prevenzione adottate, a tutela della nostra incolumità e del verde della Riserva.

Di seguito il testo completo della lettera.


Oggetto:  Prevenzione incendi all’interno della Riserva Naturale Valle dell’Aniene (zona Monte Sacro – Città Giardino)

La presente, quali portatori di interessi diffusi e nella qualità di Associazioni operanti in un quartiere che ricomprende parte della Riserva Naturale Valle dell’Aniene, per rappresentare come dappresso.

All’interno della Riserva naturale Valle dell’Aniene si sono sviluppati a più riprese, nei giorni scorsi, importanti incendi: il 28 luglio e il 3 agosto in zona Ponte Mammolo, il 7 e l’8 agosto in zona Tor Cervara. Incendi che non solo hanno distrutto estese aree di verde, ma hanno anche prodotto esalazioni tossiche – essendo andati a fuoco rifiuti abusivi – e comportato gravi rischi per i frequentatori della Riserva e per le aree urbane limitrofe (rischi di propagazione dell’incendio alle abitazioni, di diffusione di fumo sulle strade trafficate, ecc.).

Peraltro, non si tratta di episodi isolati: nella Riserva Naturale Valle dell’Aniene – così come in altre aree verdi di Roma Capitale – tali episodi si ripetono negli ultimi anni con preoccupante frequenza.

Si apprende peraltro dagli organi di stampa e dalle segnalazioni di esperti e cittadini che la prevenzione degli incendi è favorita talora – nelle aree della Riserva e in altre aree verdi insistenti nel territorio comunale – dall’insufficienza delle misure necessarie (in parte richiamate dall’Ordinanza del Sindaco n. 59 del 17-5-2024), vale a dire:

  1. malfunzionamento dei sistemi antincendio;
  2. mancanza di idranti di ultima generazione;
  3. mancata bonifica di residui vegetali e mancata ripulitura della vegetazione erbacea e/o arbustiva (fatta eccezione per le specie protette ai sensi della L.R. 61/1974) nelle profondità prescritte dall’Ordinanza del Sindaco n. 59/2024;
  4. mancata realizzazione delle apposite fasce parafuoco;
  5. mancata rimozione di rifiuti abusivi;
  6. mancata manutenzione dei sentieri che consentono l’accesso ai mezzi di pronto intervento dei Vigili del Fuoco e ai mezzi di soccorso;
  7. mancati interventi sugli insediamenti abusivi in cui avvengono episodi capaci di innescare incendi di vaste proporzioni (uso di bombole a gas, incendio di rifiuti, ecc.);
  8. mancata vigilanza sull’ottemperanza di divieti e obblighi da parte dei privati.

Le Associazioni scriventi, considerate le pressanti esigenze di tutela della pubblica e privata incolumità e del patrimonio naturalistico, chiedono pertanto agli enti e alle amministrazioni in indirizzo, per i profili di rispettiva competenza, di conoscere la tipologia e lo stato di efficienza delle misure di prevenzione adottate, con puntuale riferimento a tutti i punti suesposti in elenco, nelle aree di interfaccia urbano-rurale della Riserva Naturale Valle dell’Aniene prossime al quartiere Monte Sacro – Città Giardino.

Restando in attesa di un Vs. riscontro, inviamo distinti saluti.

Comitato Salviamo piazza Sempione – APS 

Associazione Insieme per l’Aniene APS

2 commenti su “Che cosa (non) si fa per la prevenzione degli incendi vicino alle nostre case?”

  1. Ho segnalato ripetutamente alla polizia la presenza di un vasto insediamento abusivo nella Riserva dalla parte Via di Monte Sacro, a ridosso del ponte Tazio. Ho fatto presente l’uso di bombole a gas nonché una sorta di discarica creatasi di fronte all’ insediamento stesso e il rischio incendi. Sono stata totalmente trascurata. Simili insediamenti sono presenti anche verso via di Pietralata. Gli abitanti gettano i loro rifiuti nel fiume. L’impatto ecologico è devastante. Basta fare un giro e guardare.

    1. Il problema è ben noto a forze dell’ordine e amministrazioni.
      Ma sembra che non si sappia (voglia) trovare soluzioni.
      Se si elimina un insediamento (con grandi costi economici), viene ricostituito poco più in là. Gli occupanti commettono una lunga lista di reati, ma in quanto soggetti considerati “fragili” non vengono perseguiti.
      Insomma: più che la preoccupazione per l’ambiente e per la sicurezza (nonché per le stesse condizioni di vita di quelle persone), sembra prevalere – nelle istituzioni, nei media e forse anche nei cittadini – la preoccupazione di essere considerati “poco tolleranti”.
      Per cui meglio girare la testa dall’altra parte: il problema non va affrontato, non va documentato, a mala pena può essere menzionato.

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