Approvato dal Consiglio del III Municipio lo spazio di confronto – chiesto anche dal nostro comitato – per affrontare i problemi della movida (ma la parola “movida” non si può pronunciare…)
Giovedì 12 ottobre è andata finalmente in discussione, in Consiglio Municipale, la proposta di deliberazione per l’istituzione di un “Tavolo permanente sulla movida e sulle attività serali e notturne a Città Giardino”, presentata oltre due mesi fa.
La gestazione di questo tavolo, inteso quale luogo di confronto per monitorare il fenomeno e individuare soluzioni concrete, è stata molto lunga.
Il nostro comitato Salviamo piazza Sempione e il cdq “Città Giardino” da oltre un anno avevano manifestato alle principali figure istituzionali del Municipio e ai gruppi politici l’esigenza di istituire spazi di confronto stabile, per garantire alla cittadinanza e alle associazioni rappresentative informazione e partecipazione. A queste richieste avevano fatto seguito incontri e audizioni in commissioni consiliari.
A fine luglio alcuni consiglieri – i Pd Rampini, Laguzzi, Cesarei, Funghi, Comito, ai quali si sono presto aggiunte Sortino (Pd) e Pandolfi (Azione) – hanno presentato una proposta di delibera che recepiva quell’istanza.
Dopo l’estate sono seguite ulteriori audizioni cui hanno partecipato i comitati, gli esercenti dei locali, semplici cittadini, i quali hanno presentato le loro proposte di emendamento alla delibera.
Ma il “tavolo” non vedeva la luce (pare a causa di alcune resistenze sotterranee in Consiglio: anche solo parlare di movida a qualcuno fa paura…).
Finalmente siamo arrivati a giovedì 12 ottobre, giorno in cui la proposta è stata posta all’ordine del giorno e sembrava poter essere approvata, anche col voto di tutte le opposizioni, dopo essere stata “metabolizzata” nelle numerose discussioni interne ai partiti.
Senonché due consiglieri del Pd, Casamento e Habdank, hanno presentato un emendamento che raccoglieva una richiesta degli esercenti: cancellare la parola “movida” dall’oggetto della proposta, e quindi dalla denominazione del tavolo. Il motivo sarebbe che il termine movida ha ormai assunto una valenza negativa, e associarlo alle attività di somministrazione dei locali significherebbe dare anche a questi la stessa connotazione negativa.
Questo emendamento ha suscitato reazioni negative sia nelle opposizioni sia in parte della maggioranza, che si sono chieste: perché non bisogna chiamare le cose col loro nome? Se il termine movida ha assunto una valenza negativa è perché il fenomeno produce effetti negativi; sui quali bisogna intervenire, non far finta che non esistano.
Fatto sta che il gruppo Pd ha chiesto una pausa per una lunga discussione interna, finché il Consiglio ha aggiornato la discussione.
Alla ripresa dei lavori, lunedì 16, la maggioranza si è ripresentata in aula con un compromesso che recepisce la richiesta di eliminare il termine “movida”, cosicché avremo un “Tavolo permanente sulle attività serali e notturne a Città Giardino”.
Le opposizioni hanno disertato in larga parte la nuova seduta (con l’eccezione di Bevilacqua e Troiani), per protesta verso l’atteggiamento tenuto dalla maggioranza il giovedì precedente.
Alla fine la delibera è stata approvata, con 15 voti favorevoli (tutta la maggioranza e Bevilacqua dell’opposizione) e un astenuto (Troiani).
Il testo emendato ha recepito anche le nostre proposte di emendamento, che sono state fatte proprie dai presentatori della proposta.
Al di là delle beghe politiche, il risultato finale va salutato con favore.
Tutto bene, movida sotto controllo?
Ovviamente non siamo così ingenui da ignorare che ancora non è stato realizzato nulla di concreto.
E non dimentichiamo i precedenti negativi.
Pensiamo al “tavolo del decoro” attivato dalla Giunta Caudo nella passata consiliatura, che si rivelò una presa in giro.
Pensiamo anche all’ordine del giorno sul blocco delle licenze approvato all’unanimità dal Consiglio a luglio del 2022, recepito – sempre all’unanimità – dall’Assemblea capitolina a gennaio di quest’anno e ancora non tradotto in provvedimenti efficaci dalla Giunta comunale (evidentemente perché in Municipio ci sono forze che ufficialmente hanno votato a favore, ma poi sottotraccia chiedono alla Giunta comunale di non procedere).
Conosciamo le fortissime resistenze che abbiamo davanti.
Ma uno spazio di confronto ufficiale – anche con una denominazione “annacquata” – potrà essere il luogo in cui rilanciare le iniziative per restituire vivibilità a Città Giardino e arrestare la corsa verso il degrado.
Il luogo in cui acquisire informazioni e disegnare un profilo obiettivo del fenomeno movida, per non dare alibi a chi ne ignora (o finge di ignorarne) la natura.
Il luogo in cui confrontarsi sui problemi reali con la Giunta, i consiglieri municipali di buona volontà, le realtà associative, gli esercenti dei locali.
Il luogo in cui incalzare le istituzioni municipali sui provvedimenti concreti (relativi a licenze, orari, controlli, sicurezza, ecc.) che chiediamo da tempo.
Non un punto di arrivo, ma di partenza.
Non molliamo la presa.