Il nostro comunicato in risposta all’assessore.
L’assessore alla Cultura del III Municipio, Luca Blasi, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un commento sulla nuova piazza Sempione, ripreso da RomaToday.
In tale post vengono chiamati in causa anche i cittadini che due anni fa si sono mobilitati in massa quando è stato presentato il progetto di “riqualificazione” della piazza.
Poiché i nostri comitati hanno dato voce a quella mobilitazione, abbiamo inviato una replica a un post ricco di imprecisioni, “dimenticanze” e furbizie dialettiche.
Le 3.000 firme…
La prima furbizia è già nelle parole con cui l’assessore chiede di sentire la voce di quanti hanno criticato l’operato della Giunta, dipinti come coloro che “vogliono tornare indietro”: insomma, ogni valutazione sui contenuti è ridotta a uno sterile minuetto su ciò che sarebbe “avanti” e ciò che sarebbe “indietro”.
Ebbene: l’assessore non ricorda che da parte nostra non c’è stata un’opposizione precostituita a qualsivoglia intervento di riqualificazione della piazza: abbiamo raccolto oltre 3.000 firme autografe su una petizione che, da un lato, chiedeva di sospendere il progetto, al fine di consentire la partecipazione della cittadinanza (completamente ignorata); e, dall’altro, chiedeva di riformularlo, con proposte costruttive.
…che avevano ragione!
Inoltre, il progetto iniziale è stato completamente stravolto, perché le criticità erano gigantesche (nonostante il presidente Caudo ripetesse il mantra “non esistono criticità”).
E soprattutto: le fondamentali modifiche che sono state apportate sono proprio quelle richieste da noi!!! Si tratta di alcune delle proposte contenute nella nostra petizione e, più analiticamente, nelle puntuali istanze di revisione che abbiamo presentato agli Uffici competenti (Sovrintendenze, Dipartimento Mobilità).
La Giunta uscente ha dovuto infine arrendersi alle prescrizioni degli Uffici, oltre che all’ormai insostenibile pressione popolare.
Ricordiamole, queste modifiche:
– la rinuncia a spostare il monumento alla Madonna e a realizzare il nuovo parcheggio nella parte sud della piazza (che avrebbe strozzato la carreggiata);
– il ripristino dell’accesso a via Monte Tesoro per le auto provenienti da via Monte Subasio (evitando che andassero a ingolfare il semaforo di corso Sempione);
– la rimodulazione dell’impianto di illuminazione del nuovo lastricato pedonale, divenuto più sobrio sia per la tipologia dei corpi illuminanti (lanterne, non più fari da stazione di servizio) sia per il loro numero (inizialmente erano previsti intorno al lastricato 22 fari – su 11 pali -, ai quali se ne dovevano aggiungere altri 9 retrostanti! Un impianto da stadio, funzionale a garantire un’illuminazione a giorno nelle ore notturne…);
– la rinuncia – sembra ormai certa – al parcheggio a spina su corso Sempione, che avrebbe inferto il colpo di grazia alla viabilità di tutta via Nomentana (compreso il trasporto pubblico).
Informiamo quindi l’assessore che se “la pedonalizzazione non ha peggiorato (…) la situazione del traffico” ciò si deve solo alla decisa presa di posizione dei cittadini, non certo all’insensato progetto della Giunta Caudo, che il traffico lo avrebbe fatto esplodere.
In definitiva, del faraonico progetto è restato solo il nuovo lastricato nella parte nord della piazza.
Era necessario il lastricato? I costi e i disagi?
Questo lastricato-piattaforma-megamarciapiede era necessario per “pedonalizzare”?
Tralasciando il fatto che il progetto originario non pedonalizzava affatto, perché spostava il parcheggio da un lato all’altro della piazza, noi avevamo osservato che non aveva senso spendere 700.000 euro (poi scesi a 450.000, infine risaliti a….?), quando per “pedonalizzare” bastano pochi euro per qualche cartello di divieto di sosta! Evidentemente un’oculata gestione dei fondi pubblici è per l’assessore un aspetto poco rilevante.
Nel nuovo lastricato si possono certamente realizzare eventi apprezzabili (seppur occasionali), con centinaia (pardon: migliaia; o forse decine di migliaia?) di persone. Ma per questo tipo di eventi, realizzati anche in passato, non c’era bisogno del lastricato… Noi avevamo proposto di cambiare sì la destinazione d’uso precedente (niente parcheggio di scambio), per potenziare la fruizione pedonale della piazza e la frequenza di iniziative di aggregazione; ma senza trasformazioni architettoniche invasive e con una modularità d’uso in base a giorni e orarî, per rendere la piazza davvero sempre fruibile a tutti.
Attualmente, invece, di giorno il lastricato è deserto. E per una parte della cittadinanza l’accesso ai servizi (la posta, la parrocchia, il Municipio, gli esercizi commerciali) e alle proprie abitazioni resterà compromesso anche dopo la chiusura di un cantiere infinito (aperto da quasi due anni).
Un lastricato, quindi, inutile ai fini della socializzazione diurna slegata da “eventi”. E in alcuni casi anche dannoso, perché introduce barriere architettoniche che ostacolano iniziative per le quali sarebbe necessaria una superficie più ampia.
Senza considerare lo sfregio all’unità compositiva della piazza disegnata da Gustavo Giovannoni, ora divisa in due da una piattaforma-megamarciapiede con blocchi di cemento (che qualcuno sostiene essere panchine) del tutto avulsa dal contesto storico-architettonico.
Insomma è stata lasciata una grande cicatrice.
Ancora un monumento definito “spartitraffico”?
Dispiace poi che l’assessore si ostini a definire “spartitraffico” un monumento posto al centro di una piazza aperta alla viabilità (l’assessore, probabilmente, sposterebbe anche la Fontana delle Naiadi a piazza della Repubblica, la statua equestre di Garibaldi al Gianicolo, la statua del Bersagliere a Porta Pia, l’obelisco di piazza Marconi, la Fontana delle rane a piazza Mincio… O forse ce l’ha solo con i monumenti che riproducono figure religiose?).
Il futuro e la richiesta di partecipazione.
Infine, l’assessore sottolinea che “la pedonalizzazione non ha peggiorato i problemi, che pure esistono, legati alla socialità notturna”. Raccogliamo almeno l’ammissione che questi problemi esistono… Ma l’assessore fa questa affermazione rassicurante a febbraio, quando la movida è in “sonno”. Sa bene che la “musica” cambierà d’estate.
Noi avvertivamo che il nuovo lastricato diventerà un’attrattiva per la movida notturna, realizzando la saldatura tra quella già sviluppata nel quadrante Menenio Agrippa-Gottardo-Cimone e quella che si svilupperà nel quadrante Sempione-Gargano-Adriatico. Fenomeno che si sta puntualmente verificando.
Prevedevamo poi (profezia altrettanto facile) che col nuovo lastricato l’ex Horus sarebbe diventato un locale appetibile per nuovi acquirenti, interessanti a puntare sul food & beverage (in un quartiere già saturo). Mentre Caudo ci rassicurava: “Ma no, spingeremo perché diventi un polo culturale e sociale”… Si è visto: dopo venticinque anni in cui era chiuso e senza acquirenti, improvvisamente si è materializzato l’amatore che ne farebbe, sembra, un ristorante con musica dal vivo.
Insomma: gli “effetti del buon governo” sbandierati dall’assessore potranno forse vedersi quando chi esercita una funzione pubblica metterà da parte le narrazioni strumentali; riconciliandosi con la realtà e riprendendo il dialogo con tutti i cittadini (magari a partire da un tavolo pubblico sulle problematiche del quartiere e la programmazione degli eventi che si terranno sulla piazza, che abbiamo richiesto al Presidente da oltre quattro mesi).
Comitato Salviamo piazza Sempione – APS
Comitato di quartiere “Città Giardino”