Il 12 gennaio l’Assemblea capitolina, recependo un ordine del giorno del Consiglio del III Municipio, ha approvato quasi all’unanimità (un solo astenuto) una mozione che impegna la Giunta comunale a inserire Città Giardino tra le “aree tutelate”, nelle quali il livello di saturazione non consente l’apertura di nuovi esercizi di somministrazione di cibo e bevande.
Si tratta di un provvedimento essenziale e urgente, che abbiamo sollecitato con forza: lo chiedevamo già ai candidati in vista delle elezioni amministrative del 2021. Anche se purtroppo tardivo: stiamo chiudendo la stalla quando molti buoi sono già scappati (il quartiere è ormai quasi saturo)…
E altri “buoi” scapperanno, finché la Giunta del Sindaco Gualtieri non porrà un punto fermo. Infatti, questa votazione non ha effetti immediati, perché bisogna vedere se e quando la Giunta comunale vorrà recepire la mozione, apportando ai Regolamenti comunali – in particolare alla delibera 35/2010 – le modifiche capaci di rendere effettivo il blocco.
Ad ogni modo, dopo aver preso visione del testo emendato della mozione – che rendiamo disponibile in fondo a questo articolo – e aver assistito alla discussione che si è tenuta in Aula Giulio Cesare, vorremmo aggiungere anche un’analisi del voto, per capire le posizioni delle forze politiche e le prospettive sulla gestione complessiva del fenomeno movida.
La mozione era stata presentata dal Movimento 5 Stelle (consiglieri Meleo e Ferrara), la stessa forza che aveva presentato l’ordine del giorno in Consiglio Municipale. Da tempo i cittadini di Monte Sacro invocavano iniziative concrete: va dato atto al M5S di aver rotto gli indugi e di aver saputo costruire una proposta capace di raccogliere il consenso di tutte le altre forze politiche.
Come abbiamo accennato, si tratta di un primo passo. Non soltanto perché bisogna attendere i provvedimenti della Giunta (su cui ci auguriamo che il M5S possa esercitare la massima pressione, sia pure dall’opposizione). Ma anche perché il blocco delle autorizzazioni non è in ogni caso uno strumento risolutivo: molte altre misure si rendono necessarie, come abbiamo spiegato presentando le nostre proposte per affrontare il fenomeno movida. Confidiamo che con il M5S sia possibile proseguire questo percorso.
Quanto al Partito Democratico, si tratta della forza di maggioranza sia in Municipio sia in Comune, per cui la sua posizione è ovviamente determinante. Per un verso, è difficile dimenticare che negli ultimi dieci anni ha sostenuto – in maniera più o meno diretta – lo sviluppo della movida, non solo a Città Giardino, affermando che il “food & beverage” è un’attività capace di apportare sviluppo economico e lavoro. Il Pd ha sempre aggiunto che il fenomeno va “gestito”, ma nulla era stato fatto in questa direzione. Oggi però il partito approva un odg (in Municipio) e una mozione (in Comune) molto importanti: assistiamo finalmente a un’assunzione di responsabilità di fronte a problemi divenuti ormai insostenibili?
Il consigliere Corbucci, nel suo intervento a sostegno della mozione, si è sentito in dovere di precisare che fronteggiare la malamovida “non vuol dire eliminare la vocazione del quartiere, che negli anni è diventato un centro importante di ritrovo per i nostri giovani, (…) con attività commerciali che hanno portato ricchezza al quartiere, (…) ma trovare una modalità per cui i residenti possano avere una vita il più serena possibile”. Avendo analizzato a fondo il fenomeno movida, avremmo molto da ridire sul fatto che questa possa costituire la “vocazione” di un quartiere… E che abbia arricchito persone diverse dai gestori dei locali di somministrazione. Ci auguriamo che tali affermazioni siano solo un modo per tranquillizzare gli esercenti dei locali già aperti a Città Giardino (che non vengono toccati dalla mozione approvata) e i settori del Pd meno inclini a intervenire sul fenomeno.
Esaminando nel merito l’emendamento inserito su proposta del Pd – la richiesta al Sindaco di inserire Montesacro/Città Giardino nelle future ordinanze per fronteggiare il fenomeno della malamovida –, si tratta certamente di un ulteriore passo in avanti. Senza però dimenticare che il contenuto di quelle ordinanze è sempre stato limitato e blando; e lo strumento stesso dell’ordinanza – un provvedimento provvisorio – non è quello ideale per regolare stabilmente un fenomeno.
Confidiamo quindi che anche il Pd voglia riprendere e approfondire il discorso. E che possa da subito dimostrare la sua determinazione esercitando la massima pressione su Gualtieri per un accoglimento immediato della mozione, senza attendere futuribili revisioni complessive del regolamento 35/2010.
Un ulteriore emendamento è stato inserito su proposta di Roma Futura, in particolare del consigliere Caudo: la richiesta di avviare le procedure di apposizione (nel testo scritto della mozione si ritrova erroneamente il termine “opposizione”) del vincolo sui Villini storici di Città Giardino. Che dire? Singolare che oggi Caudo, come consigliere comunale, approvi mozioni e presenti emendamenti che si è ben guardato dal sostenere – nonostante le ripetute sollecitazioni dei cittadini – quando era Presidente del III Municipio e aveva un peso politico ben maggiore… In ogni caso il tema dei vincoli ai villini introduce un discorso più ampio, perché bisognerebbe tutelare non solo i singoli edifici, ma l’intero tessuto urbanistico (tra le nostre proposte c’è quella di riclassificare come “tessuto T5” tutte le aree dove insistono villini).
Di particolare interesse la posizione di Fratelli d’Italia: non solo perché – pur essendo attualmente all’opposizione – è la prima forza politica a Roma, ma anche perché l’intervento in aula della consigliera Barbato sembra segnare importanti novità rispetto alle precedenti posizioni del partito in tema di movida. Fino ad oggi, infatti, Fratelli d’Italia ha avuto un atteggiamento prudente: condanna dell’impatto negativo della movida sulla quiete notturna e sulla sicurezza, con richiesta di maggiori controlli e maggiore presenza della forza pubblica. Ma assenza di riflessione sugli effetti che il proliferare di locali ha sul tessuto economico “diurno” del quartiere; e grande timidezza nel richiedere provvedimenti che potessero risultare sgraditi agli esercenti delle attività legate alla movida (il timore di scontentare questa categoria sembra trasversale a tutti i partiti… I quali forse non considerano che le attività strettamente legate alla movida – in specie i take away e i piccoli esercizi di distribuzione di alcol – non vanno confuse con quelle di ristorazione e intrattenimento).
Ebbene, la consigliera Barbato, annunciando il voto favorevole del suo partito sulla mozione, ha aggiunto che “bisogna aprire un ragionamento più generale, perché la malamovida sta imperversando in molti quartieri romani”, e ha sottolineato che a volte le attività sottostanti non sono produttive di valore aggiunto e di lavoro. La necessità di condurre un “ragionamento più generale” è proprio quella che andiamo invocando: vedremo come si svilupperà questa disponibilità.
Infine, bisognerà capire che atteggiamento assumeranno le altre forze politiche che non sono intervenute su questo tema nel dibattito in aula del 12 gennaio. In particolare Azione, che nei suoi programmi elettorali era sembrata meno timida di altri nel prendere posizione sulla movida con qualche proposta concreta, anche in termini di orarî di chiusura. Vedremo se quel partito vorrà aprire un dialogo più approfondito e assumere iniziative politiche concrete.
di seguito il testo della mozione (cliccare sul link per leggerla):