La storia di una grande battaglia democratica per preservare l’identità del quartiere.
Molti ricorderanno un episodio del film Don Camillo monsignore… ma non troppo, in cui il sindaco Peppone cerca di abbattere la piccola cappella della Madonnina del Borghetto. Ebbene, la storia si è incaricata di scegliere piazza Sempione come il luogo in cui quel racconto è divenuto realtà…
Cuore del quartiere Monte Sacro – Città Giardino, piazza Sempione è stata progettata cent’anni fa da Gustavo Giovannoni, forse il più importante architetto italiano di inizio Novecento. Una piazza di grande pregio urbanistico, tra le più rimarchevoli al di fuori delle Mura Aureliane, “area tutelata”. Al suo centro sorge un monumento con la statua della Madonna Immacolata, realizzato nel 1947 con i fondi raccolti dagli abitanti del quartiere e dai fedeli del Divino Amore, ex voto per la protezione accordata dalla Madre Celeste in occasione dei bombardamenti durante la guerra. La “Madonnina” di piazza Sempione è il simbolo dell’identità del quartiere, oltre che il fulcro urbanistico della piazza.
Tutti hanno sempre considerato questo sito un tesoro da preservare. Tutti, tranne… la Giunta del III Municipio presieduta da Giovanni Caudo, che nel 2020 ha approvato un progetto presentato come “riqualificazione” e “pedonalizzazione” della piazza.
Già a una prima visione del progetto – che purtroppo è stato in parte realizzato – ci si è accorti però che le definizioni pompose e gli slogan mascheravano ben altro. “Pedonalizzazione” alla modica cifra di… 700.000 euro? In effetti, basterebbero 100 euro per due cartelli di divieto di sosta! Si tratta in realtà di una trasformazione della piazza, che viene divisa in due: nella parte sud una zona viabilità (inizialmente anche parcheggio); nella parte nord una zona pedonale con le caratteristiche di “pista da ballo”. L’area pedonalizzata, infatti, presenta un grande lastricato sopraelevato, con un nuovo imponente impianto di illuminazione supplementare: un’arena destinata agli eventi notturni, capace di rendere piazza Sempione il nuovo polo d’attrazione romano della movida, già radicata nel quartiere; accrescendo così il numero di avventori per i locali… Senza contare il pesante impatto su parcheggi e viabilità.
Tra gli interventi previsti, il più sorprendente e assurdo era l’accantonamento della statua della Madonna, che avrebbe dovuto essere decentrata e abbassata: una scelta contraria a ogni logica storica e urbanistica, oltre che capace di infliggere una ferita lacerante alla coscienza sociale e religiosa del quartiere.
Dell’enormità di questo progetto era peraltro consapevole la stessa Giunta, tant’è che ha scelto la via dell’assoluta mancanza di condivisione e di trasparenza: tutto l’iter di approvazione è stato condotto in gran segreto, senza confronto con i comitati di quartiere, la parrocchia, le categorie professionali; non c’è stata alcuna condivisione neanche col Consiglio municipale eletto dai cittadini (!); i pareri prescritti sono stati richiesti agli Uffici competenti (Sovrintendenze, Dipartimento Mobilità) dopo l’approvazione del progetto in forma “definitiva-esecutiva”.
Quando la cittadinanza ha finalmente appreso cosa bolliva in pentola, è esplosa la protesta. Il parroco dei Santi Angeli Custodi, padre Mario, dopo aver invano cercato di aprire un dialogo col Municipio, non ha potuto fare a meno di denunciare quello che stava accadendo. Ma non è restato solo: i laici e i residenti di Monte Sacro hanno preso l’iniziativa, anche per evitare che un’aggressione al patrimonio culturale della città fosse ridotta da giornali e televisioni alla notizia di costume “Don Camillo contro Peppone”. È stato costituito il “Comitato Salviamo piazza Sempione”, che – insieme con altre realtà del quartiere, come il cdq Città Giardino – ha promosso una gigantesca mobilitazione popolare, capace di raccogliere in poche settimane oltre 3.000 firme autografe di residenti, presentate al Municipio e al Comune.
La Giunta Caudo, pur sorpresa dalla veemente reazione dei cittadini, ha inizialmente opposto una tenace resistenza, con un atteggiamento che si è fatto persino ostile e provocatorio: motivazioni risibili – e sempre diverse – per giustificare lo spostamento della Madonnina; ostruzionismo nella condivisione di informazioni e documenti; rifiuto del confronto e tentativo di delegittimare gli interlocutori (anche con frasi sprezzanti); continui spostamenti della collocazione del monumento alla Madonna, per aggirare le criticità di volta in volta evidenziate (tutto pur di non lasciarla nella sua collocazione naturale!).
Per i cittadini sono stati mesi di grande impegno: banchetti per le firme, sedute delle commissioni municipali e capitoline, istanze agli Uffici competenti, comunicati stampa, elaborazione e diffusione di documenti informativi, aggiornamenti della pagina Facebook e del sito internet del comitato, striscioni in difesa della Madonnina; sino ad arrivare a una grande manifestazione di piazza.
È stata approvata una mozione dell’Assemblea capitolina in favore della rivisitazione del progetto ed è stata presentata un’interrogazione parlamentare. Molti abitanti del quartiere hanno persino preannunciato l’intenzione di incatenarsi alla statua, qualora si fossero davvero avviati i lavori per rimuoverla… E non è mancato il sostegno della preghiera, con la recita settimanale del Santo Rosario sulle scalinate della parrocchia.
Fino a quando il Municipio ha dovuto capitolare: la Madonnina resterà al suo posto!
Come nel film, però, la vittoria dei cittadini e dei fedeli non ha potuto essere completa: se Don Camillo non riuscì a evitare che la Madonnina del Borghetto, pur preservata, venisse inglobata nel palazzo di Peppone, così oggi non si è riusciti a impedire la realizzazione della “pista da ballo” nella parte nord della piazza. La grande rete di interessi economici della movida – che rende invivibili i quartieri non solo di notte, ma anche di giorno, “sfrattando” i negozi di prossimità e soffocando ogni altra attività – è dunque destinata a ingrandirsi sempre più, trasformando il volto di Monte Sacro e cingendo d’assedio i residenti (ma anche la stessa statua della Madonna, già fatta oggetto di atti vandalici). Prosegue perciò l’impegno dei cittadini e del “Comitato Salviamo piazza Sempione”: per non disperdere il patrimonio di partecipazione accumulato in questi mesi – faticosi, ma entusiasmanti – e per preservare l’identità del quartiere e la sua vivibilità.
(pubblicato su Cocchetti News n. 47, apr-giu 2022
Nel nostro documento di analisi sul progetto di “riqualificazione” di piazza Sempione dedichiamo un capitolo apposito a esaminare l’inconsistenza dei motivi che venivano addotti per giustificare lo spostamento della statua)