L’Osteria dei Cacciatori, l’ex Casa GIL, le case di Ennio Flaiano e Giorgio Bassani –
L’Osteria dei Cacciatori.
A Roma in via Nomentana n. 414/416, accanto al Ponte Nomentano, l’attuale ristorante “Quieto” (fino a qualche tempo fa “Casa Claudia” e ancor prima “Ponte Vecchio”) sorge dove un tempo era aperta l’antica “Osteria dei Cacciatori”, così chiamata perché la zona tra Salaria e Nomentana era terreno di battute di caccia. Quest’osteria era già ritratta da un’incisione di Giuseppe Vasi del 1745 e menzionata da D’Annunzio in un passo de “Il piacere”, quello in cui descrive l’addio tra Andrea Sperelli ed Elena Muti: “Si diressero allora verso l’osteria romanesca, passato il ponte. Alcuni carrettieri staccavano i giumenti, imprecando ad alta voce. Il chiaror dell’occaso feriva il gruppo umano ed equino con viva forza…”.
L’osteria è descritta anche da Hans Barth, nel suo volume sulle osterie italiane con prefazione di Gabriele D’Annunzio, “come rustico e rumoroso ritrovo di contadini e plebei”.
All’epoca della nascita di Città Giardino Aniene era segnata sulle carte come “Osteria la Montagnola”.
L’ex Casa GIL
Ai confini settentrionali di Città Giardino, su viale Adriatico, tra il 1934 e il 1937 fu costruita la struttura ricreativa, sportiva e scolastica della Gioventù Italiana del Littorio (GIL), l’associazione giovanile voluta dal fascismo.
Il complesso, opera dell’architetto Gaetano Minnucci, è in stile razionalista, quindi radicalmente diverso dallo stile caldo e pittoresco voluto da Giovannoni per Città Giardino Aniene.
Si tratta di una struttura imponente, che era dotata di piscina coperta e scoperta, palestra, teatro da 650 posti, Scuola di Economia Domestica con aule, refettorio, biblioteca e asilo.
Nel Secondo Dopoguerra fu per un periodo destinata a Ostello della Gioventù.
Oggi è utilizzata solo in parte, per ospitare l’ufficio postale, una scuola (l’Istituto Montessori), un centro di formazione professionale. I lavori fatti per questi riadattamenti, però, hanno compromesso la struttura architettonica originale.
Degli spazi sportivi originarî viene ancora utilizzata solo la palestra (sia pure in precarie condizioni), oggi intitolata a Ferdinando Agnini, giovane antifascista ucciso alle Fosse Ardeatine. Ancora in sfacelo, purtroppo, la bellissima piscina esterna.
La casa di Ennio Flaiano
In via Montecristo n. 6 ha abitato per vent’anni, dal 1953 al 1972, il grande scrittore Ennio Flaiano, autore teatrale e sceneggiatore dei più importanti film di Fellini, che in questa casa veniva spesso a trovarlo. C’è anche una targa che lo ricorda.
La casa di Giorgio Bassani
In via Gran Sasso n. 16 ha abitato per dieci anni, dal 1951 al 1960, il grande scrittore Giorgio Bassani (anche se non c’è una targa che lo ricordi). Fu il periodo in cui scrisse, tra l’altro, le Cinque storie Ferraresi. La sua casa era spesso cenacolo dei colleghi scrittori e poeti: Moravia, Pasolini, Penna, Soldati.